Il Palmento

L'antico

Palmento restaurato

Il restauro

Durante il lungo e certosino restauro del Palmento, rispettando la struttura su due livelli, abbiamo scelto di conservare e valorizzare i materiali originali. Abbiamo preservato la parte superiore delle vecchie botti di Castagno e utilizzato il legno rimanente per realizzare il parquet, ancora odoroso di vino, della sala. Abbiamo anche conservato il vecchio torchio e la vasca di pigiatura. Potrete fare un viaggio nel tempo nel passato rurale dell'Etna.

La Sala

La Sala

Il Palmeto è adesso un ambiente spazioso su due livelli dove, vestigia dell'antica tradizione vinicola dell'Etna, convivono con un arredamento minimalista ed elegante.

Qui potrete consumare la tipica colazione siciliana, organizzare i vostri eventi o incontri, approfittare del Bar all'interno alla sala, sorseggiare il nostro Quinto Arco Rosso Etna DOC o altro scegliendo dalla nostra ampia carta dei vini, leggere uno dei libri della nostra piccola libreria o ammirare le opere di alcuni artisti siciliani come le tavole di Nunzio Papotto o un quadro di Antonio Sciacca: a voi la scelta!

I Palmenti siciliani

Gli antichi Palmenti etnei

Il Palmento è stato, fino a metà del secolo scorso, un elemento di rilevanza economica, sociale e politica ed è ora una preziosa ed affascinante testimonianza della millenaria cultura vinicola dell’Etna.
Il termine palmento , forse derivante dal latino pavimentum, indica sia la vasca utilizzata per la fermentazione del mosto che la macina utilizzata nei mulini.

Qui da noi, il Palmento, rappresenta l’antico locale, collocato in prossimità dei vigneti, adibito alla pigiatura e vinificazione dell’uva e ancora usato fino agli anni '50.
Caratteristica peculiare del Palmento etneo, oltre all’utilizzo della pietra lavica, è la sua struttura multilivello che sfrutta la sola forza di gravità nelle operazioni di vinifìcazione, senza alcuna attrezzatura di movimentazione dei mosto.

L’uva, raccolta in ceste di canne intrecciate (le coffe) veniva portata a spalla dagli operai e scaricata, attraverso una finestra ubicata nella parte superiore del palmento, nella pista, una vasca (generalmente in pietra lavica) dove i pistaturi l'avrebbero pestata a piedi nudi o tramite scarponi.

Per la pressatura delle vinacce, si utilizzava il torchio che, inizialmente a leva, fu sostituito dalla vite, soluzione tecnicamente più efficiente. Il mosto così prodotto, si immetteva per gravità, attraverso un sistema di canali in pietra (canneddi) verso i tini di fermentazione (ricivitùri) e poi nelle botti di affinamento, che si trovavano nella ispensa il locale più basso del palmento, cioè la cantina.

Prima del restauro

La Sala
La Sala
La Sala
La Sala