Sull'Etna, con i suoi microclimi unici e i suoi terreni fertili di lava, si coltiva la vite da tempi antichissimi ed ogni versante offre un'espressione unica del vitigno e del terroir. I vini autoctoni dell’Etna, sono ormai considerati, a tutti gli effetti, un’eccellenza internazionale.
Appena fuori dalla locanda Quinto Arco, vi troverete immersi nel verde dei filari dei nostri due vigneti, coltivati seguendo gli antichi dettami della tradizione vitivinicola etnea.
Coltiviamo i vigneti manualmente nel rispetto della terra, della tradizione e dei tempi della natura. Non usiamo prodotti sintetici o chimici e la raccolta e la selezione dell'uva vengono effettuate esclusivamente a mano.
Il nostro "Quinto Arco Etna Rosso DOC" proviene dalle uve di una vigna di circa un ettaro all'interno della nostra tenuta.
La vigna, coltivata a spalliera, ha un'età compresa tra i 35 e i 40 anni e ci è stata tramandata dalla maestranza locale. Le uve autoctone che la compongono sono quelle di Nerello Mascalese e Nerello Cappuccio.
Il vino (Nerello Mascalese 80%, Nerello Cappuccio 20%) si presenta color rosso rubino. Al naso sentori di frutta rossa e nera croccante, floreale. In bocca ha un tannino vellutato.
Nerello Mascalese
Presente in quest’area da almeno quattro secoli, trae le sue origini dall'antica Contea di Mascali.
Se ne ricavano vini rinomati per la loro finezza e profondità aromatica, con note di ciliegia, tabacco e spezie e una distintiva vena minerale data dalla presenza di cenere vulcanica.
Prende parte all'Etna rosso e rosato DOC (min. 80%) e all'Etna spumante (min. 60%).
Nerello Cappuccio
Se ne ignora l’origine ma pare si coltivasse negli anni 50 nel messinese.
Ha caratteristiche aromatiche diverse dal Mascalese, risultandone, però, complementare: meno tannico e più morbido aggiunge corpo e colore.
Per questo viene utilizzato, in percentuale del 15%-20%, insieme al Mascalese per la produzione dei vini rossi Etna DOC.
Qualche anno fa abbiamo impiantato un secondo vigneto con un pregiato vitigno autoctono a bacca bianca presente da tempo immemorabile sull'Etna: il Carricante.
Abbiamo seguito l'antichissima tradizione, cara a greci e romani, dell'alberello etneo impiantato a quinconce: ogni vite, sostenuta in verticale da un palo di castagno e posta ai vertici di un triangolo equilatero, viene a trovarsi ad uguale distanza da quelle che la circondano.
Questo permette alla vite di sfruttare al massimo il suolo senza penalizzare le piante vicine, aumentando la profondità a cui le radici attingono i minerali dal suolo e l'esposizione ai raggi solari e, di contro, minimizzando l'ombreggiamento tra le piante e l'irrigazione artificiale.
video - Nerello: vendemmia 2023
video - Al lavoro nella vigna del Carricante